Editoriale Alternativa europea n. 31, giugno 2011
I 150 anni dellĠUnit dĠItalia
Rilanciare il progetto della Federazione europea
per portare a compimento gli ideali del Risorgimento
LĠItalia sta attraversando una delle fasi pi difficili
della sua storia. Fattori strutturali, gravi, di debolezza interna si
accompagnano ad un quadro internazionale che vede
tutto lĠOccidente, e lĠEuropa in particolare, in grave difficolt. EĠ
impensabile pertanto che la soluzione ai problemi del nostro paese possa essere
ricercata esclusivamente sul piano nazionale. Viceversa, una delle ragioni che
ha fatto precipitare la situazione italiana stata la perdita di slancio del
processo di unificazione europea, che aveva in larga
parte trainato la politica interna del nostro paese sin dagli anni Cinquanta.
La stessa ragione di debolezza vale per gli europei, che se oggi sono in
difficolt e in svantaggio rispetto agli stessi americani, oppure ai russi, ai
cinesi, agli indiani, ai brasiliani, e in generale rispetto alle nuove potenze
emergenti, perch continuano ad essere divisi.
Si tratta di una divisione che essi hanno invano cercato di
superare dopo la fine della seconda guerra mondiale senza per riuscire a
sciogliere il nodo cruciale della creazione di una sovranit europea, ossia di
uno Stato e di un governo federali. Essi hanno
mantenuto in questi decenni un sistema formato da ventisette
governi separati e da istituzioni europee deboli, prive dellĠautorit
che deriva dalla legittimazione espressa dal popolo europeo, che impedisce agli
europei di affrontare in modo unitario le sfide
continentali e globali di fronte alle quali si trovano.
In questo senso si pu parlare per lĠItalia sia del
Risorgimento incompiuto, sia del fatto che la
Resistenza non ancora finita. Nel primo caso, infatti, si tratta di portare a
compimento lĠideale dellĠunit nazionale nel quadro di
unĠEuropa unita e solidale, come auspicavano gli artefici del Risorgimento:
lĠunit europea infatti lĠunico quadro in grado di creare le condizioni per
il superamento dei limiti strutturali che caratterizzano lĠItalia nella misura
in cui resta uno Stato nazionale sovrano e che mantengono debole il legame tra
il popolo e lo Stato, arrivando a minare la nostra democrazia. Per quanto
riguarda la Resistenza invece indispensabile ricordare che lĠobiettivo ultimo
della guerra al nazi-fascismo, cio la realizzazione di unĠEuropa libera e
unita, che ha costituito anche il punto di riferimento della ricostruzione
economica e politica della societ, nonch della
solidariet tra i popoli, non stato ancora raggiunto. Cos, con il passare
del tempo, in Italia e in Europa si perde la coscienza che la guerra di
liberazione dal nazismo e dal fascismo ha rappresentato la grande occasione storica per porre le basi del superamento della
dimensione nazionale degli Stati e della politica di potenza nei rapporti
internazionali.
La coscienza dellĠinadeguatezza degli Stati europei era
radicata e profonda nelle generazioni uscite dalla seconda guerra mondiale. Il
Presidente della Repubblica italiana Luigi Einaudi
annotava nel 1954: ÒNella vita delle nazioni di solito lĠerrore di non saper
cogliere lĠattimo fuggente irreparabile. La necessit di unificare lĠEuropa
evidente. Gli Stati esistenti sono polvere senza sostanzaÓ.
Questa coscienza non per bastata per cogliere lĠoccasione di portare a
compimento lĠunit. Ma se nella fase del bipolarismo gli europei hanno potuto
approfittare di un quadro internazionale favorevole al processo di integrazione europea, che ha permesso di dilatarne i
tempi, ormai evidente che questa condizione favorevole si esaurita, e il
cambiamento dellĠequilibrio mondiale incomincia a riflettersi sulle scelte e
sulle vite degli europei. La crisi economico-finanziaria e quella nel Mediterraneo, sono emblematiche. La prima sta mettendo in
discussione le prospettive di sopravvivenza dellĠeuro e dellĠEurozona. La
seconda mostra un mondo ed unĠEuropa senza rotta n
timoniere.
LĠItalia e lĠEuropa non eviteranno un destino di declino
politico ed economico se nel breve periodo non troveranno le energie morali e
politiche, oltre che finanziarie, per rilanciare il progetto politico della
Federazione europea. Un progetto che lĠItalia deve tornare a riproporre
con forza, coinvolgendo innanzitutto quei paesi, come la Francia, la Germania,
da cui storicamente dipeso e continua a dipendere ogni progresso sulla strada
dellĠunificazione. Un progetto che per non avr alcuna chance di superare le resistenze e gli interessi nazionali senza
una larga partecipazione e mobilitazione popolari a favore dellĠunit europea,
come accadde nelle fasi cruciali del processo di avanzamento dellĠintegrazione
europea. Per questo indispensabile mettersi allĠopera per costruire uno schieramento di forze che rivendichi
lĠadozione di soluzioni europee e non nazionali alle sfide di fronte
alle quali ci troviamo; che denunci
la retorica dei grandi piani e politiche che dovrebbero
essere europei, ma che restano nazionali
in quanto non possono contare su strumenti e risorse autonomi europei; che prema
sui governi nazionali e sulle istituzioni europee affinch venga rilanciato il processo costituente
federale europeo.
Nel settembre 1943, sullĠUnit europea, che da allora
lĠorgano del Movimento Federalista europeo, si potevano leggere queste parole:
ÒIn una situazione cos oscura ben difficile orientarsi per dare delle parole
dĠordine. Ma da mille indizi sembra che gli indugi siano per aver termineÉ Non
tempo ora per recriminare su quello che avrebbe dovuto
esser fatto e per stabilire le responsabilit. Verr il momento anche per
questo. Quel che importa ora affrontare i tragici eventi che si presentano
inevitabili e saper quel che dobbiamo fare. La nostra liberazione oggi inscindibilmente connessa alla liberazione di tutta
lĠEuropa: guerra al nazismo!Ó.
Analogamente, oggi, quel che importa
prendere coscienza del fatto che per gli europei non ci sar un futuro di
progresso e di benessere, n tantomeno alcuna possibilit di condividere con
gli altri grandi poli continentali della politica mondiale le responsabilit di
far fronte alle sfide globali, senza la Federazione europea.
Dipende solo dagli europei farla davvero.
Alternativa
europea